L'Amore di Dio

Tratto da “The Knowledge of the Holy” , A.W.Tozer. Ristampa con il permesso di Harper & Row Publishers.


Padre nostro, che sei nei cieli, noi, Tuoi figli ci sentiamo spesso turbati quando sentiamo sia le affermazioni della fede che le accuse della nostra coscienza. Siamo sicuri che in noi non c’è nulla che potrebbe attrarre l’amore di Colui che è santo e giusto. Tuttavia Tu hai dichiarato il Tuo amore immutabile per noi in Cristo Gesù. Anche se in noi non esiste niente capace di guadagnare il Tuo amore, nulla in tutto l’universo può impedirti di amarci. Il Tuo amore è spontaneo e immeritato. Tu stesso sei la ragione dell’amore con cui siamo amati. Aiutaci a credere all’intensità e all’eternità dell’amore che ci ha trovati. In questo modo l’amore allontanerà ogni paura, e i nostri cuori inquieti troveranno pace, avendo fede non in ciò che siamo noi, ma in quello che Tu hai dichiarato di essere. Amen.


Per mezzo dello Spirito, l’apostolo Giovanni scrisse, “Dio è amore”. Alcuni hanno considerato queste parole come una dichiarazione definitiva sull’essenza della natura di Dio. Tuttavia questo è un grande errore, in quanto le parole di Giovanni vanno considerate come un dato di fatto e non come una definizione sulla natura di Dio.

Identificare l’amore con Dio è un grande errore, dal quale hanno avuto origine diverse teorie malsane nella filosofia della religione, e un’ondata di poesie inconsistenti, completamente in disaccordo con le Sacre Scritture e del tutto incompatibili con il clima storico del cristianesimo.

Se l’apostolo avesse dichiarato che l’essenza di Dio è amore, allora dovremmo dedurre che l’essenza dell’amore è Dio. Se consideriamo letteralmente che Dio è amore, dobbiamo considerare letteralmente che l’amore è Dio, e quindi abbiamo tutti il dovere di adorare l’amore in quanto unico Dio. Se identifichiamo l’amore con Dio allora Dio può essere identificato solo con l’amore, e Dio e l’amore sono la stessa cosa. Quindi distruggiamo il concetto della personalità in Dio e neghiamo interamente tutti i suoi attributi, a parte uno, che sostituiamo con Dio. Il Dio che rimane non è il Dio di Israele; non è il Dio e il Padre del nostro Signore Gesù Cristo; non è il Dio dei profeti e degli apostoli; non è il Dio dei santi, dei riformatori e dei martiri e nemmeno quello dei teologi e degli scrittori di inni della chiesa.

Per il bene delle nostre anime dobbiamo imparare a capire le Scritture. Dobbiamo liberarci dalla schiavitù delle parole per aderire in modo fedele ai significati. Le parole dovrebbero esprimere idee e non originarle. Diciamo che Dio è amore; diciamo che Dio è luce; diciamo che Cristo è verità; e ci aspettiamo che le parole vengano comprese come verrebbero comprese quando, riferendoci a un uomo, diciamo, “Egli è la bontà personificata”. Con questa affermazione non intendiamo dire che l’uomo e la bontà siano la stessa cosa, e nessuno attribuirebbe questo significato alle nostre parole.

L’espressione “Dio è amore” si riferisce all’amore in quanto attributo essenziale di Dio. L’amore è una qualità di Dio, ma non è Dio. Descrive com’è Dio nella Sua essenza, come fanno le parole santità, giustizia, fedeltà e verità. Poiché Dio è immutabile, Egli si comporta sempre allo stesso modo, e in quanto unità agisce esercitando tutte le Sue qualità, senza sospenderne alcuna per esercitarne un’altra.

Gli altri attributi di Dio possono risultare essenziali per comprendere meglio il Suo amore. Ad esempio sappiamo che, poiché Dio non è stato creato, il Suo amore non ha inizio; poiché Egli è infinito, il Suo amore non ha limiti; poiché Egli è Santo, il Suo amore è la quintessenza della purezza senza macchia; poiché Egli è immenso, il Suo amore è un oceano incomprensibilmente vasto, profondo e sconfinato, di fronte al quale ci inginocchiamo in un silenzio gioioso, e dal quale anche la più nobile eloquenza si ritira confusa e imbarazzata.

Tuttavia se conosciamo Dio e vogliamo raccontare agli altri ciò che sappiamo di Lui, dobbiamo provare a parlare del Suo amore. Tutti i cristiani ci hanno provato, ma nessuno è mai riuscito a farlo veramente bene. Io non posso rendere giustizia a questo tema meraviglioso più che un bambino possa afferrare una stella, eppure anche semplicemente allungando il braccio verso di essa, il bambino potrebbe attirare l’attenzione degli altri e indicare la direzione in cui bisogna guardare per vederla. Quindi, mentre protendo il mio cuore verso il grandioso, fulgido amore di Dio, qualcuno che prima ne era all’oscuro potrebbe sentirsi incoraggiato ad alzare lo sguardo e a trovare la speranza.

Non sappiamo, e forse non sapremo mai, cos’è l’amore, ma sappiamo come questo si manifesta, e ai fini del nostro discorso questo è abbastanza. Prima lo vediamo manifestarsi come buona volontà, l’amore vuole il bene di tutti e non vuole il pericolo o il male di nessuno. Questo concetto chiarisce le parole dell’apostolo Giovanni:”Nell’amore non c’è paura, anzi, l’amore perfetto caccia via la paura.” La paura è un sentimento doloroso che deriva dal pensiero di essere in pericolo o di dover soffrire. Questa paura continuerà finchè saremo soggetti alla volontà di qualcuno che non desidera il nostro benessere. Nel momento in cui sperimentiamo la protezione di qualcuno di buona volontà, la paura viene cacciata via. Un bambino che si perde in un negozio affollato è impaurito perché ai suoi occhi, gli estranei che lo circondano sono dei nemici, ma quando, subito dopo, si ritrova nelle braccia di sua madre il terrore si placa. La bontà della madre, di cui il bambino ha fatto esperienza, caccia via la paura.

Il mondo è pieno di nemici, e finché saremo soggetti alla possibilità che questi ci facciano del male, la paura sarà inevitabile. Il tentativo di vincere la paura senza rimuoverne le cause è completamente inutile. Il cuore è più saggio degli apostoli della tranquillità. Finché siamo nelle mani del caso, finché dobbiamo cercare la speranza nella legge delle probabilità, finché dobbiamo affidarci alle nostre capacità per predire e manipolare le mosse del nemico, abbiamo buone ragioni per avere paura. E la paura porta con se il tormento.

Conoscere che l’amore viene da Dio ed entrare nel luogo segreto per rifugiarsi nelle braccia dell’Amato, questo e solo questo può cacciare via la paura. Se un uomo è convinto che niente può fargli del male, per lui tutta la paura scomparirà dall’universo. Il riflesso nervoso, la repulsione naturale al dolore fisico possono a volte essere avvertiti, ma il tormento profondo della paura è scomparso per sempre. Dio è amore e Dio è sovrano. Il Suo amore lo porta a desiderare il nostro bene eterno e grazie alla Sua sovranità, Gli permette di realizzarlo. Niente può danneggiare un uomo buono.

Il corpo, lo potranno uccidere: La verità di Dio rimane salda, Il Suo regno non avrà mai fine. - Martin Lutero

L’amore di Dio ci dice che Egli è amichevole e la Sua Parola ci assicura che Egli è nostro amico e che vuole che noi siamo Suoi amici. Nessun uomo con un briciolo di umiltà potrebbe mai pensare di essere amico di Dio, ma questa idea non ha avuto origine dall’uomo. Abramo non avrebbe mai detto, “Io sono amico di Dio,” ma Dio stesso disse che Abramo era Suo amico. I discepoli avrebbero sicuramente esitato a dichiarare la loro amicizia con Cristo, ma Cristo disse loro:”Voi siete miei amici.” La modestia potrebbe fare obiezione a un pensiero così avventato, ma una fede audace osa credere alla Parola e dichiarare l’amicizia con Dio. Noi rendiamo molto più onore a Dio se crediamo a quello che Egli ha detto riguardo se stesso e se abbiamo il coraggio di avvicinarci con audacia al trono della grazia, che nascondendoci con imbarazzata umiltà tra gli alberi del giardino.

L’amore è anche un’identificazione emotiva. Non si considera padrone di nulla, ma dona tutto senza limiti all’oggetto amato. Questo comportamento è costantemente visibile nel nostro mondo. Una giovane madre, esile e stanca, nutre dal proprio seno un bambino paffuto e sano, e invece di lamentarsi, la madre guarda il suo bimbo, con occhi che brillano di felicità e orgoglio. Sacrificare se stessi è comune nell’amore. Cristo, parlando di se stesso, disse: “Nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici.”

Questa è la strana e allo stesso tempo meravigliosa eccentricità di un Dio generoso che permette al Suo cuore di identificarsi emotivamente con gli uomini. Nonostante sia autosufficiente, Egli vuole il nostro amore e non sarà soddisfatto fino a che non lo otterrà. Nonostante sia libero, ha lasciato che il Suo cuore fosse legato a noi per sempre. “In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che Egli ha amato noi, e ha mandato Suo figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati.” “Perché la nostra anima è amata in modo così speciale da Colui che è l’Altissimo”, dice Julian da Norwich, “che va al di la della conoscenza di tutte le creature: questo significa che non esiste creatura che possa conoscere la grandezza, la dolcezza e la tenerezza dell’amore del nostro Creatore per noi. Quindi, per mezzo della grazia e del Suo aiuto possiamo osservare, con occhi pieni di meraviglia, l’alto, l’insuperabile, e l’inestimabile amore che il Dio Onnipotente ha per noi, nella Sua generosità.”

Un’altra caratteristica dell’amore è che trova piacere nell’oggetto amato. Dio è felice della Sua creazione. L’apostolo Giovanni scrive chiaramente che nell’atto della creazione Dio ha ricercato il proprio piacere. Dio trova felicità nel Suo amore per tutto ciò che ha creato. Non possiamo non notare il piacere nei riferimenti gioiosi di Dio circa la Sua creazione. Il Salmo 104 è una poesia divinamente ispirata sulla natura, che sembra rapirci per la gioia che esprime e attraverso la quale possiamo percepire la letizia di Dio per la Sua creazione. “Duri per sempre la gloria del Signore, gioisca il Signore delle sue opere!”

Il Signore trova un piacere particolare nei Suoi santi. Molti immaginano Dio come un’entità lontana e immensamente dispiaciuta per ogni cosa, che osserva con apatia il mondo per cui ha perso interesse da tanto tempo; ma questo pensiero è errato. E’ vero che Dio odia il peccato e non potrà mai provare piacere nell’ingiustizia, ma quando l’uomo cerca di fare la volontà di Dio, Egli risponde con un affetto genuino. Per mezzo della redenzione, Cristo ha rimosso la sbarra che ci divideva dalla fratellanza divina, e ora, in Cristo, tutti i credenti sono oggetto della felicità di Dio. “Il Signore, il tuo Dio, è in mezzo a te, come un potente che salva; Egli si rallegrerà con gran gioia per causa tua; si acqueterà nel suo amore, esulterà, per causa tua, con grida di gioia.”

Secondo quanto detto nel Libro di Giobbe, Dio creò la Sua opera con un accompagnamento musicale. “Dove eri tu,” chiede Dio, “quando poggiai le fondamenta della terra...quando le stelle del mattino cantavano tutte assieme, e tutti i figli di Dio alzavano grida di gioia?” John Dryden sviluppò maggiormente questa immagine, ma non troppo da non poter corrispondere alla veritá:

Dall’armonia, dall’armonia celeste,
Ebbe inizio questa cornice universale;
Quando la natura giaceva
Sotto un cumulo di atomi discordanti,
E non poteva alzare il capo,
La voce melodiosa si udì dall’alto,
“Alzatevi, voi che siete piú che morti!”
E in quell’istante, il freddo, il caldo, l’umido e il secco,
Si precipitarono ai loro posti,
E ubbidirono al potere della Musica.
Dall’armonia, dall’armonia celeste,
Ebbe inizio questa cornice universale:
Da armonia in armonia,
Percorrendo ogni nota,
Il diapason si concluse completamente nell’Uomo.

- Tratto da “Una Canzone per il Giorno di Santa Cecilia”



La musica è sia espressione che una sorgente di piacere, e il piacere più puro e più vicino a Dio è rappresentato dall’amore. L’inferno è un luogo in cui non esiste piacere, perché li non c’è amore. Il paradiso è pieno di musica, è un luogo ricolmo dei piaceri dell’amore sacro. La terra è il luogo in cui i piaceri dell’amore si uniscono al dolore, in quanto qui è presente il peccato, così come l’odio e la malvagità. In un mondo come il nostro l’amore a volte deve soffrire, come Cristo ha sofferto nell’offrire se stesso per i suoi. Ma noi abbiamo certezza nella promessa che un giorno le cause del dolore verranno distrutte, e il nuovo popolo gioirà per sempre in un mondo d’amore disinteressato e perfetto.

L’amore per natura non può essere quiesciente, ma è attivo, creativo e benevolo. “Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo peccatori, Cristo è morto per noi.” “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio.” In questo si mostra l’amore; l’amore deve sempre offrirsi agli altri a qualunque costo. Gli apostoli rimproverarono severamente le prime chiese, perché alcuni membri avevano dimenticato questo fatto, investendo il loro amore nei propri piaceri personali, non curandosi dei loro compagni bisognosi. “Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l’amore di Dio essere in lui?” Così scrisse Giovanni, conosciuto nei secoli come “l’amato”.

L’amore di Dio è una delle grandi verità dell’universo, un pilastro su cui posa la speranza del mondo. Ma è anche qualcosa di personale e intimo. Dio non ama i popoli, ma gli individui. Non ama le masse, ma gli uomini. Ama tutti noi con un amore potente, che non ha inizio e non può avere fine.

Nell’esperienza cristiana troviamo un contenuto d’amore altamente soddisfacente che distingue il cristianesimo dalle altre religioni e lo eleva ad altezze che superano anche la filosofia più pura e nobile. Questo amore è molto più di un oggetto; è Dio stesso, che nella Sua chiesa innalza un canto sul Suo popolo, e la vera gioia cristiana è la risposta armoniosa del cuore al canto d’amore di Dio.

Oh Tu, amore nascosto di Dio, la cui altezza,
E le cui profondità abissali nessuno conosce,
Da lontano scorgo la tua luce mirabile,
Soltanto anelo al Tuo riposo;
Il mio cuore è dolorante,
e non potrà trovare riposo
Fino a che non lo troverà in Te.

- Gerhard Tersteegen


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