AVETE ESPLORATO IL CUORE DI QUALCUNO RECENTEMENTE?

di Doug Pollock


Molti dei nostri sforzi di evangelizzazione possono innalzare dei muri, perpetuando una condizione di stallo in cui vige l’opposizione tra noi e loro. Ma ci sono modi per arrivare al cuore di una persona, e questi modi potrebbero aiutarla ad avvicinarsi a Dio.

Nell’aprile del 2003 la National Public Radio (NPR) mandò in onda una storia riguardante una situazione di stallo tra una folla infuriata di Sciiti iracheni e una pattuglia armata della 101° Divisione aerotrasportata statunitense. Temendo che i soldati volessero profanare il loro tempio sacro, centinaia di civili disarmati cominciarono a spingere verso i militari, agitando le mani e urlando in modo provocatorio. Nonostante la pattuglia non avesse intenzioni violente, la situazione sarebbe sfociata nella tragedia, se non fosse intervenuto il tenente colonnello Christopher Hughes della legione statunitense. Quel giorno l’ufficiale comandante Hughes prese un altoparlante e urlò tre semplici ordini al suo gruppo: di inginocchiarsi, di puntare le loro armi a terra e, infine, di guardare in alto verso la folla ostile sorridendo amichevolmente. Secondo quanto riportato dalla NPR, dopo pochi istanti le truppe notarono che l’atteggiamento della folla iniziava a cambiare. Il comportamento di ostilità e di sfida si dissolse, e pugni e urla vennero sostituiti da sorrisi e pacche sulle spalle.

Anche se non immediatamente evidente, questa storia di speranza della guerra irachena mostra diverse implicazioni per la presenza cristiana in un mondo sempre più ostile ai metodi tradizionali di evangelizzazione. Come dice l’autore Ravi Zacharias riguardo l’evangelizzazione dei nostri giorni, “Dobbiamo imparare a trovare la porta posteriore per arrivare ai cuori delle persone, perché quella principale è fortemente protetta.”

Proprio come gli Sciiti con cui il tenente colonnello Hughes ebbe a che fare, molte persone, che vorremmo raggiungere con il Vangelo, reagiscono mettendosi sulla difensiva. Infatti sono già pronti ad anticipare qualsiasi attacco diretto ai luoghi sacri dei loro cuori. Il nostro messaggio non arriva quasi mai perché il messaggio che loro percepiscono è “Il mio modo di vedere il mondo è meglio del tuo, quindi permettimi di dirti perché io ho ragione e tu hai torto.” Invece di incoraggiare i cuori ad aprirsi a Cristo, perpetuiamo una situazione di stallo in cui rimane l’opposizione “noi contro loro”.

Allora, come si fa a non rimanere impantanati in queste situazioni di evangelizzazione complicate in cui non si può vincere e che sembrano non avere fine?

LA SAGGEZZA DELL’ESPLORARE

Ho scoperto che un approccio veramente efficace per coinvolgere le persone è quello di “esplorare attivamente”, ovvero un processo con cui stuzzicare la curiosità e incoraggiare le persone a formulare domande spirituali.

Esplorare attivamente significa formulare intenzionalmente domande a risposta aperta riguardanti gli interessi della persona o ciò che la preoccupa, e questo ci porta a dover cominciare dal punto in cui questa si trova, e non dal punto in cui vorremmo che fosse. Quando si fanno domande a qualcuno riguardo ciò che per lui/lei è importante come la sua vita, la carriera, la famiglia, noi creiamo un dibattito protetto, in cui non ci si sente giudicati e in cui si svilupperà un vero e proprio dialogo. La persona viene invitata a cercare le sue risposte e viene stimolata in modo spontaneo a effettuare una ricerca spirituale. Questa esplorazione manda un messaggio del tipo: “Io mi sono accorto di te e quello che pensi per me è importante,” il che significa “quello che pensi è importante per Dio.”

Ho visto lo Spirito Santo usare la potenza di questo tipo di esplorazione per stimolare le menti di persone lontane da Dio, verso nuove scoperte riguardo se stesse, spingendole verso la Croce. Sembra fantastico, vero? Purtroppo c’è un prezzo da pagare. Per esplorare attivamente bisogna rinunciare all’illusione di poter manipolare i nostri interlocutori o discutere con loro per farli entrare nel Regno di Dio. Se ci concentriamo su ciò che vogliamo dire, invece di spiegare gli argomenti per cui le persone nutrono interesse, e in cui, tra l’altro, lo Spirito Santo sta già operando, non riusciremo a raggiungere il nostro obiettivo. Colossesi 4:5-6 ci dice: “Cogliete tutte le occasioni possibili per parlare agli altri del Vangelo, e comportatevi saggiamente nei vostri rapporti con quelli che non sono credenti. Il vostro parlare sia sempre con gentilezza, condito con sale, per poter rispondere a tutti nel modo migliore.” (BDG)

In breve, approcci manipolativi comunicano mancanza di rispetto e soffocano il richiamo del Regno di Dio.

L’ESPLORAZIONE NELLE CONVERSAZIONI

Tre anni fa decisi di dirigere la costruzione della nostra nuova casa. Nei ventidue anni di ministero evangelico a tempo pieno, nessuna decisione mi aveva avvicinato prima d’ora a un contatto quotidiano con un gruppo di ragazzi gran lavoratori e dai modi bruschi che non conoscevano Gesù. In questo impegno ho lavorato sodo, sudato, mi sono sporcato e ho risolto diversi problemi, tutto insieme alla mia squadra. Un giorno, agli inizi del lavoro, sentii un operaio dire a un nuovo arrivato di evitare di imprecare e di raccontare storie vietate ai minori quando ero nei dintorni, perché ero un “tipo religioso”. Che mi piacesse o no, questi ragazzi, non solo avevano cominciato a costruire la struttura della mia casa, ma anche a formarsi delle opinioni su di me che mi avrebbero reso difficile arrivare al loro cuore. Quell’autunno uno dei ragazzi menzionò la parola chiesa, questo incitò gli altri a partecipare al gioco di criticarla ferocemente. Anni prima avrei dato il via ad un sermone in difesa delle virtù dell’andare in chiesa, ma invece dissi: “Mi sto chiedendo, che tipo di esperienze vi hanno portato a vedere la chiesa in questo modo?”

È stato come se la mia semplice domanda avesse fatto esplodere un argine che tratteneva un fiume di emozioni. Ognuno di loro condivise con partecipazione storie di abuso ed egoismo di cui avevano fatto esperienza nella chiesa e con le persone della comunità, e io ascoltai in silenzio, tristemente d’accordo con molte delle cose che raccontavano.

Come potete vedere è il contesto che ci permette di iniziare delle conversazioni esplorative attraverso le domande, e ascoltare con attenzione le persone è il punto da cui cominciare. Mentre ascoltiamo ci verranno in mente altre domande che motiveranno le persone a riflettere in modo più profondo sulla loro vita. La buona notizia è che non devi forzare affinché Dio entri nella conversazione, Egli è sempre presente, sia che si trovi in primo o in secondo piano, e, in fin dei conti, Egli è la risposta.

Io non ho avuto bisogno di insistere per portare la mia squadra ad un livello più profondo di conversazione. Pochi giorni dopo cominciarono a prendersi gioco di Ron, che si era auto eletto attaccabrighe del gruppo, per dei commenti che aveva fatto precedentemente, e lui, con uno sguardo fermo e un tono estremamente serio, disse: “Perché ridete? Sapete già che un giorno sarete tutti con me all’inferno.” Io mi misi a sedere ammutolito. Avevo viaggiato in tutto il mondo, predicando su come trovare il perdono e arrivare in paradiso, ma conoscevo Ron e gli altri abbastanza bene da sapere che un sermone evangelistico non sarebbe servito a nulla. In quel momento non sapevo che risposta dare a Ron, e fu così finché non ebbi più tempo per pensarci su.

Fu all’ora che scoprii qualcosa di veramente meraviglioso riguardo all’approccio dell’esplorazione attiva. Quando non trovo la risposta più appropriata, o se non colgo l’opportunità, posso sempre tornare sulla conversazione dopo alcune settimane, o addirittura dopo alcuni mesi. Questo è ciò che accadde con Ron. Un mese dopo, durante la pausa pranzo, gli dissi: “Ultimamente ho pensato molto a una cosa che hai detto un po’ di tempo fa.” “A cosa ti riferisci?”, mi rispose. “Bé, nel mio lavoro mi capita di incontrare molte persone che sono sicure di andare in paradiso, ma non ne incontro molte sicure quanto te di andare all’inferno. Quindi mi chiedevo perché sei così sicuro di finire lì?”

Ron iniziò a raccontarmi degli atti “imperdonabili” che aveva commesso in passato, quando faceva parte di una gang di motociclisti. Dopo aver ascoltato la sua lunga lista, dissi “Tu sembri un uomo ormai condannato a morte, senza speranza di essere assolto. Ma mi chiedo se saresti interessato ad ascoltare un’altra idea su cosa Dio ha in serbo per te?” Ron mi ascoltò con attenzione mentre gli dicevo che Gesù aveva dato la sua vita per pagare per i suoi crimini. Egli non pregò in quel momento per ricevere Cristo, ma disse:”Forse c’è ancora speranza per me.” Mentre lo guardavo allontanarsi pensai che la sua situazione di impasse con Dio si era spezzata.

L’ESPLORAZIONE DELL’ETERNITÀ

Dopo alcune settimane Ron mi prese da parte per dirmi che era stato con la sua convivente a vedere il film “La passione di Cristo”. Gli chiesi che cosa ne pensasse e rispose: “Ha veramente incasinato la mia vita. La mia ragazza si è appena convertita a Cristo, ora vuole che ci sposiamo e che andiamo in chiesa tutte le domeniche!”

“Sembri arrabbiato perché la tua ragazza è cambiata così tanto che non sai più con chi tu stia vivendo”, risposi, “Mi chiedo, cosa ti trattiene dal fare la stessa scelta, così entrambi potrete godervi questa nuova vita insieme?”

Ron confessò la sua incapacità di ripulire la sua vita e disse di non voler diventare come le persone della chiesa che disprezzava, “gli ipocriti.”

“Ron mi chiedo se tu credi veramente che Dio sia così grande da poter fare ciò che tu sai di non riuscire a fare da solo,” fu la mia risposta. Egli disse: “Non ci avevo mai pensato in questi termini prima d’ora, mi piacerebbe rifletterci un po’ su.”

La mia conversazione con Ron mi ricordò il verso di Ecclesiaste 3:11 che dice che Dio ha “messo l’eternità nei cuori” di tutti gli uomini e di tutte le donne, Egli ha creato ciascuno di noi affinché ci venga spontaneo porci domande sulla vita, e quell’esplorazione ci può portare a chiedere e a ricercare. Come afferma Matteo 7:7, quando chiediamo e cerchiamo Dio, Lo troveremo.

Questa primavera la squadra è tornata per terminare alcuni lavori. Quando siamo rimasti da soli, Ron mi ha detto di essere stato in chiesa a Pasqua, e come se non bastasse, ha ammesso di aver partecipato con piacere alla funzione. Ron ancora non ha preso una decisone riguardo a Cristo, ma mi chiedo quanto tempo dovrà passare ancora prima che l’eternità, che Dio ha messo nel suo cuore, lo raggiunga.

Il tenente colonnello Hughes salvò la giornata comportandosi con saggezza con gli Iracheni. Prego che la chiesa segua il suo esempio. Mettiamoci in ginocchio, assumiamo una posizione di umiltà, così da avvicinarci come ascoltatori con il desiderio di esplorare, e non come coloro che sanno tutto. Puntiamo i nostri fucili a terra, abbandoniamo atteggiamenti di confronto con gli altri, schiacciandoli con le nostre certezze dogmatiche. Infine, alziamo lo sguardo e sorridiamo, in modo da comunicare che siamo persone cordiali e amichevoli che vogliono costruire ponti di solidarietà.

Mi chiedo, cosa accadrebbe alle nostre chiese se ci comportassimo in questo modo?

Che cosa non è esplorare:

  • Usare le domande per prendere il controllo della conversazione e comunicare la tua idea.

  • Usare domande memorizzate per spingere qualcuno verso una decisione.

  • Usare le domande come un trampolino di lancio per dare inizio a un monologo.

Domande di esplorazione:

  • Mi piacciono le persone che hanno delle convinzioni profonde e mi chiedevo, come sei giunto a conclusioni di cui ti senti così sicuro?

  • Mi domandavo, nel passato hai mai fatto una esperienza che si avvicini a un “incontro con Dio”?

  • Mi domandavo, che tipo di esperienze ti hanno portato a vedere la chiesa in questo modo?

  • Mi chiedevo, se potessi avere una conversazione telefonica di cinque minuti con Dio, cosa gli chiederesti?

Doug Pollock, è direttore per l’evangelizzazione di Atleti in Azione (il ministero sportivo di Campus Crusade for Christ), ha portato le sue iniziative di evangelizzazione in 36 paesi del mondo e in gran parte degli Stati Uniti. È il coautore del libro “Irresistible Evangelism” e oratore regolare nei workshops di “Equipping Ministries International Irresistible Evangelism”.

Ristampa con il permesso di Outreach Magazine.
© 2005 Outreach magazine, July / August,
outreachmagazine.com


⪻ SCARICA IL PDF ⪼


ALTRE RISORSE SIMILI