di A.W. Tozer
O Signore, Dio Onnipotente, non il Dio dei filosofi e dei saggi, ma il Dio dei profeti e degli apostoli, e soprattutto, il Dio e il Padre del nostro Signore Gesù Cristo, posso dichiararti irreprensibile? Coloro che Ti conoscono devono invocarti per quello che sei, e non adorare una creatura della loro immaginazione; quindi illumina le nostre menti, affinché possiamo conoscerti per ciò che sei, cosicché possiamo amarti perfettamente e lodarti in modo degno.
Nel nome del nostro Signore Gesù Cristo. Amen.
Cosa ci viene in mente quando pensiamo a Dio come la cosa più importante per noi.
La storia dell’umanità mostrerà probabilmente che nessun popolo ha mai superato la propria religione e la storia spirituale dell’uomo dimostrerà che nessuna religione è stata più grande della sua idea di Dio. L’adorazione è fondata sui pensieri alti o bassi che l’adoratore ha su Dio.
Per questa ragione la questione più importante che la chiesa deve affrontare è sempre Dio stesso, e la realtà più straordinaria di ogni uomo, non è ciò che egli a un certo momento ha detto o fatto, ma la sua concezione di Dio nel profondo del cuore. Secondo una legge segreta dell’anima, tendiamo a creare un’immagine mentale di Dio, e questo è vero, non solo per il singolo cristiano, ma anche per il gruppo dei cristiani che compone la chiesa. Come sempre, il fattore più significativo riguardo la chiesa è l’idea che questa ha di Dio, quindi il suo messaggio principale è da ricercarsi, sia in ciò che questa dice di Dio e sia in ciò che viene taciuto, perché il suo silenzio può essere più eloquente dei suoi discorsi. Essa, infatti, non potrà mai sottrarsi alla propria autorivelatrice testimonianza di Dio.
Se un individuo rispondesse in modo completo alla domanda “Cosa ti viene in mente quando pensi a Dio?” potremmo predire, con un certo grado di certezza, il futuro spirituale di quell’uomo. Se potessimo sapere con esattezza cosa pensano di Dio i leader spirituali più influenti dei nostri tempi, potremmo capire dove arriverà la chiesa nel prossimo futuro.
Senza dubbio il pensiero più potente che la mente può comprendere è quello di Dio, e la parola preponderante in qualsiasi lingua è quella per Dio. Il pensiero e la parola sono doni che Dio ha riservato ai Suoi figli, creati a sua immagine e somiglianza; questi sono elementi intimamente associati con Lui e impossibili se non per mezzo di Lui. Altamente significativo è il fatto che la prima parola fu la Parola: “e la Parola era con Dio e la Parola era Dio.” Parliamo perché Dio parlò, e in Lui parola e pensiero sono indivisibili.
Il fatto che la nostra idea di Dio corrisponda il più possibile al vero Dio esistente è di estrema importanza.
Le affermazioni riguardo al nostro credo hanno una minima conseguenza se paragonate ai nostri pensieri effettivi riguardanti Dio. La nostra vera idea di Dio potrebbe essere seppellita dalle sciocchezze delle nozioni religiose convenzionali e potrebbe essere necessaria una ricerca vigorosa e abile prima di poterla estrarre e portare alla luce per ciò che è veramente. Solo dopo aver effettuato una dolorosa indagine su se stessi si è in grado di scoprire cosa crediamo realmente di Dio.
La giusta concezione di Dio è fondamentale sia per una teologia sistematica, sia per vivere in modo pratico il cristianesimo. Questo è per l’adorazione ciò che le fondamenta sono per il tempio, se queste sono inadeguate o non a piombo, l’intera struttura è destinata, prima o poi, a crollare. Non credo che non ci siano errori nella dottrina o fallimenti nell’applicazione dell’etica cristiana che non possano essere ricondotti a pensieri imperfetti e ignobili su Dio.
Secondo la mia opinione, la corrente concezione cristiana di Dio, in questi anni della metà del XX secolo, è così decadente da essere completamente al di sotto della dignità del Dio Supremo e da costituire, per coloro che si professano credenti, una situazione simile a una calamità morale.
Tutti i problemi riguardanti i cieli e la terra, anche se li dovessimo affrontare tutti e nello stesso momento, sarebbero niente paragonati all’immenso problema di Dio che ci sta travolgendo, ovvero: che Egli è; come Egli è; e cosa noi, in quanto esseri morali, dovremmo fare di Lui.
L’individuo che arriva a un modo giusto di credere in Dio si sente sollevato da diecimila problemi del momento, in quanto gli è subito chiaro che questi sono questioni di cui non dovrà preoccuparsi a lungo; ma anche se venisse liberato dalle sue diverse afflizioni, il solo possente fardello dell’eternità comincerà a schiacciarlo con un peso più potente di quello di tutte le sofferenze del mondo messe insieme. Quel pesante fardello è il suo obbligo nei confronti di Dio che riguarda un dovere immediato ed eterno di amare Dio con tutta la mente e con tutta l’anima, di obbedirgli in modo irreprensibile, e di adorarlo nel modo giusto. Quando la coscienza affaticata dell’uomo lo accusa di non aver fatto nulla di tutto ciò, e di essere stato, invece, sin dall’infanzia, colpevole di ribellione contro la Maestà dei cieli, il peso interiore dell’auto accusa potrebbe diventare insopportabile.
Il Vangelo ha il potere di sollevare questo peso schiacciante dalla mente, di donare bellezza alle ceneri e una veste di lode allo spirito appesantito. Ma, a meno che quel peso non sia percepibile, il Vangelo può non avere alcun senso per l’individuo. Per colui che ha una visione di Dio “alto ed elevato”, non ci sarà alcuna sofferenza o afflizione, ma le infime visioni di Dio hanno il potere di distruggere il Vangelo.
Tra i peccati a cui il cuore umano è incline, agli occhi di Dio, nessun’altro è più odioso dell’idolatria, in quanto questo diffama il Suo carattere. Un cuore idolatra assume che Dio sia diverso da ciò che è, di per sé un peccato mostruoso, sostituendo il vero Dio con uno fatto a propria immagine. Questo dio sarà sempre conforme all’immagine di colui che lo ha creato e sarà infimo o puro, crudele o buono, a seconda dello stato morale della mente da cui è emerso.
Un dio nato dalle oscurità di un cuore caduto in disgrazia non avrà alcuna somiglianza con il vero Dio. “E tu hai pensato,” disse il Signore all’uomo malvagio nel salmo, “che io fossi come te.” Questo è sicuramente un vero e proprio affronto verso il Dio Supremo, davanti al quale cherubini e serafini cantano continuamente: “Santo, Santo, Santo, Signore Dio di Sabaoth.”
Non bisogna commettere l’errore di pensare che l’idolatria consista solo nell’inginocchiarsi in adorazione di fronte a oggetti visibili, e che i popoli civilizzati siano quindi liberi da questo peccato. L’essenza dell’idolatria è nutrire pensieri su Dio che non sono degni di Lui. Comincia nella mente e potrebbe essere presente anche lì dove nessun atto palese di adorazione ha avuto luogo. “Pur avendo conosciuto Dio,” scrisse Paolo, “non Lo hanno glorificato come Dio, né Lo hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d’intelligenza si è ottenebrato.”
Poi seguì l’adorazione di idoli modellati a immagine di uomini, uccelli, bestie e esseri striscianti. Ma questa serie di atti degradanti ebbe inizio nella mente. Idee errate su Dio non sono solo la fonte da cui sgorgano le acque inquinate dell’idolatria, ma sono esse stesse idolatre. L’idolatra immagina semplicemente cose su Dio e agisce come se fossero vere.
Nozioni perverse sul conto di Dio corrompono presto la religione in cui appaiono. La lunga storia di Israele dimostra questo fatto con chiarezza e la storia della chiesa ne dà conferma. Così necessario per la Chiesa è un concetto nobile di Dio che, quando tale nozione in qualsiasi misura declina, la Chiesa con il suo culto e i suoi standard morali declina con lui. Il primo passo verso la decadenza di qualsiasi chiesa è dato dall’abbandono di un’alta opinione di Dio.
L’eclissi della Chiesa Cristiana avverrà ovunque in seguito alla corruzione della sua teologia di base. Semplicemente, essa dà la risposta sbagliata alla domanda: “Com’è Dio?” e continuerà da lì. Anche se continuerà ad abbracciare un credo nominale giusto, il credo che metterà in pratica sarà falso. I suoi seguaci cominceranno a credere che Dio sia diverso da quello che è veramente, e questo è eresia del tipo più insidioso e letale.
L’obbligo più oneroso che grava sulla Chiesa Cristiana oggi è quello di purificare ed elevare il suo concetto di Dio, fino a che questo sia nuovamente degno di Dio e della chiesa. Questo compito dovrebbe avere il primo posto in tutte le preghiere e in tutte le opere. Lasciando alle prossime generazioni di cristiani, in modo chiaro e integro, quel concetto nobile di Dio che ricevemmo dai nostri padri ebrei e cristiani, offriamo loro un grande servizio. Questo si rivelerà di maggior valore per loro di qualsiasi cosa l’arte o la scienza potranno lasciare in eredità.
Oh Dio di Betel, dalla cui mano
il tuo popolo riceve ancora nutrimento,
Tu, che hai condotto tutti i nostri padri
in questo pellegrinaggio logorante!
I nostri voti e le nostre preghiere presentiamo
ora innanzi al Tuo trono di grazia:
Dio dei nostri padri!
Sii il Dio dei posteri della loro stirpe.
Philip Doddridge
Excerpt from The Knowledge Of The Holy, A. W. Tozer Reprinted by permission Harper & Row Publishers